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“RENDIAMO L’UTERO IN AFFITTO REATO UNIVERSALE: DONNE E BAMBINI NON SONO MERCE”

I sottoscritti intendono esprimere il loro consenso riguardo alla proposta di legge di iniziativa popolare della Lega per rendere la pratica dell’utero in affitto un reato universale.
Non è ammissibile pensare allo sfruttamento del grembo di una donna per fini economici e alla mercificazione di bambini, selezionandone le caratteristiche come un prodotto qualsiasi.

La Lega porta avanti la sua battaglia per strada e in Parlamento per fermare l’espansione di uno squallido business da miliardi di euro ogni anno.

 

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  • Donne vulnerabili sfruttate, obbligate a portare avanti una gravidanza per ricchi committenti occidentali. Bambini venduti, a patto che siano perfetti. Prezzi rateizzabili, cliniche, intermediari, avvocati, ovuli congelati trasportati negli zainetti da un lato all’altro del mondo. Tutto questo è l’inferno della schiavitù dell’utero in affitto.

    Le donne non sono delle incubatrici, e i bambini non sono merce da vendere.
    L’utero in affitto rappresenta uno schiaffo ai diritti delle donne e dei minori, per questo La Lega porta avanti la sua battaglia per strada e in Parlamento per fermare l’espansione di uno squallido business da miliardi di euro ogni anno.

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  • Una pratica aberrante, attraverso la quale si ottengono figli delegando la gravidanza e il parto a una terza donna che quasi mai è geneticamente correlata al feto che trasporta, spesso con l’uso di trattamenti farmaceutici per preparare il corpo della madre surrogata alla gravidanza.

    Chi si occupa dell’approvvigionamento di gameti e del reclutamento delle donne è una rete di intermediari e di agenzie internazionali. I rapporti tra chi ha partorito il bambino e i genitori intenzionali sono spesso regolati da contratti, a conferma della mercificazione sia della donna, che del “prodotto del concepimento”.

    E se il bambino non nasce perfetto? Se vengono concepiti due gemelli o la coppia committente si separa nel corso della gravidanza? In quei casi il “bambino-prodotto” rischia di non essere più considerato necessario, cadendo nella tratta minorile o nel mercato nero degli organi.

    Un business orribile, ma profondamente flessibile: gameti, embrioni, madri surrogate e genitori intenzionali vengono trasportati da un continente a un altro e le diverse fasi del processo sono organizzate per eludere le restrizioni.

  • Anche l’accesso alle cure postnatali e ai servizi sanitari in caso di complicazioni dopo il parto (che corrisponde alla fine del contratto) è spesso inaccessibile per le donne nei Paesi in via di sviluppo. In caso di controversia con i genitori intenzionali o con le cliniche o le agenzie, le madri surrogate hanno pochi mezzi per accedere ai servizi legali. Al contempo, i mercati di gravidanza surrogata più economici si trovano in Paesi con maggiore presenza di donne vulnerabili e con basso livello di istruzione.

    I bambini, dal canto loro, diventano dei “pacchi”, oggetto di un contratto, “figli di nessuno” finché i committenti non li prelevano. Ma non è sempre così semplice, come dimostrato dagli appelli delle agenzie durante i lockdown o durante l’attuale guerra in Ucraina.

  • L’utero in affitto rappresenta una delle schiavitù del terzo millennio, che contravviene la Legge 40 del 2004, oltre che a molteplici Convenzioni internazionali e prese di posizione da parte del Parlamento Europeo.

    Rappresenta inoltre un’inammissibile scorciatoia per facoltosi, rispetto alle migliaia di famiglie in lista di attesa per poter adottare.

    Eppure aumentano in Europa le fiere per l’utero in affitto, compreso il recente tentativo di organizzarne una a Milano, con cataloghi per la scelta dei bambini e possibilità di  ottenere prestiti o rateizzare i costi.

  • Tra le molteplici azioni che la Lega ha messo in campo in questi anni, ad aprile 2022 Matteo Salvini ha depositato in Cassazione, insieme a molte associazioni che da anni si occupano del tema, una proposta di legge di iniziativa popolare per rendere la maternità surrogata reato universale. La medesima proposta è stata presentata al Senato ad inizio 2023.

    Il testo introduce nel Codice Penale una nuova fattispecie di reato per contrastare la pratica, sanzionando chi, in qualsiasi forma, la commissiona, realizza, organizza o pubblicizza. Chiediamo la condanna anche per chi si reca all’estero per aggirare i divieti nazionali, e un’attenzione particolare alla tutela dei bambini già nato da maternità surrogata, per cui deve intervenire il Tribunale dei minori ai fini dell’adozione.

    Le donne non sono delle incubatrici, e i bambini non sono merce da vendere. L’utero in affitto rappresenta uno schiaffo ai diritti delle donne e dei minori, per questo La Lega porta avanti la sua battaglia per strada e in Parlamento per fermare l’espansione di uno squallido business da miliardi di euro ogni anno.

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